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Ite ad Joseph – Sussidio CEI

L’Ufficio Liturgico Nazionale, a nome della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha predisposto questo sussidio liturgico-pastorale che, mediante qualche schema di celebrazione, testi e orazioni antichi e recenti dedicati a san Giuseppe, potrà sostenere la preghiera delle nostre comunità ecclesiali.

Ite ad Joseph – Il Sussidio


Lectio – La Passione secondo Giovanni (Gv 18,28 – 19,16)

Questa sera alle ore 19.30, dalla Cappella dell’Episcopio, il nostro Vescovo, S.E. Mons. Giacomo Cirulli, terrà la Lectio biblica sulla Passione secondo Giovanni.

Il brano biblico su cui si articolerà la riflessione del Vescovo è Gv 18,28 – 19,16, in cui l’Autore Sacro narra l’episodio del processo di Gesù davanti a Pilato.

La Lectio sarà trasmessa in streaming sul nostro sito diocesano e sulla pagina Facebook della Diocesi. Per facilitarne l’ascolto ne riportiamo il brano tratto dal Vangelo di Giovanni:

 

18,28 Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29 Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». 30 Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». 31 Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32 Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
33 Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». 34 Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l’hanno detto sul mio conto?». 35 Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». 36 Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38 Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa. 39 Vi è tra voi l’usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». 40 Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

19,1 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2 E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: 3 «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. 4 Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa». 5 Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». 6 Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa». 7 Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
8 All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura 9 ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta. 10 Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11 Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».
12 Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare». 13 Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14 Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». 15 Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare». 16 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

 


L’ingresso del Vescovo nella Diocesi di Alife-Caiazzo

«Il Vescovo prende possesso canonico della diocesi nel momento in cui esibisce nella diocesi stessa, personalmente o mediante un procuratore, la lettera apostolica al collegio dei consultori, alla presenza del cancelliere della curia, che mette agli atti il fatto, oppure, nelle diocesi di nuova erezione, nel momento in cui comunica al clero e al popolo presenti nella chiesa cattedrale tale lettera, mentre il presbitero più anziano tra i presenti mette agli atti il fatto» (Codice di diritto canonico, can. 382 §3).

Domenica 14 aprile, presso la Cattedrale di Alife, il Vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli ha preso possesso canonico della Diocesi di Alife – Caiazzo con una solenne cerimonia, nel pieno rispetto delle norme sanitarie anticovid.

A fare gli onori di casa S.E. Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca ed Amministratore Apostolico della Diocesi di Alife – Caiazzo negli ultimi due anni (dopo il congedo per età del Vescovo Valentino Di Cerbo).

Presenti alla Solenne Celebrazione S.E. Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo emerito della Chiesa locale, S.E. Mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, S.E. Mons. Pietro Lagnese, vescovo di Caserta e S.E. Mons. Luigi Renna, vescovo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, di cui è originario Mons. Cirulli. Presenti anche i sacerdoti della Diocesi Alife – Caiazzo e una rappresentanza del Clero della Diocesi di Teano – Calvi (questi ultimi accompagnati da don Vittorio Monaco, vicario del Vescovo Giacomo Cirulli), oltre ad una rappresentanza di sacerdoti provenienti da Cerignola.

Tra le autorità, l’on. Carlo Sarro, deputato della Repubblica, originario e residente a Piedimonte Matese, il viceprefetto vicario di Caserta dott. Michele Lastella, a rappresentare la provincia di Caserta il consigliere dott. Vincenzo Golini, il presidente della Comunità Montana del Matese dott. Francesco Imperadore, il presidente della Comunità Montana di Monte Maggiore, dott. Pasquale Di Fruscio, il Presidente del Consorzio di Bonifica dott. Alfonso Santagata, il Direttore del Distretto Sanitario n.15 Antonio Orsi, ed i sindaci dei 24 Comuni della Diocesi di Alife-Caiazzo.


Convocazione e diretta streaming

Il Vescovo stamane ha convocato in Episcopio il Vicario generale, i Vicari episcopali, i Vicari foranei e la Curia. Vi invitiamo a unirvi alla diretta streaming sul sito della Diocesi e sulla pagina Facebook alle ore 11.45 e di estendere tale invito a tutti i fedeli.

Il peso devastante del Covid-19 sul lavoro: persi 664mila posti

Nell’ottobre del 2020, la Caritas Italiana, pubblicò un Rapporto intitolato Gli anticorpi della Solidarietà. In questo documento, l’Organismo Pastorale, realizzò un “ritratto” concernente i gravissimi danni fatti alla società in generale e all’economia dal dramma pandemico da Covid-19. Già in questo scenario, si prospettavano orizzonti apocalittici; marcata flessione del PIL nel secondo trimestre 2020, perdite ingenti di posti di lavoro, aumento degli inattivi (ossia, coloro i quali, in preda allo sconforto, rinunciano a cercare lavoro).

Tutti elementi che facevano presagire a un’altra emergenza sociale che andava ad affiancarsi all’emergenza sanitaria da tempo ormai in atto: la recessione economica.

Mediante l’imprescindibile apporto dei centri di ascolto Caritas, si portò alla luce il fatto che dal confronto tra l’anno 2019 e l’anno 2020, l’incremento dei “nuovi poveri”, passava dal 31% al 45%. In poche parole, nel 2020, una persona su due che si è rivolta alla Caritas lo ha fatto per la prima volta nella sua vita.

Naturalmente questa è una realtà drammatica e inedita dell’Occidente contemporaneo post-bellico; diversa e, ancor più grave, sotto molti aspetti, rispetto alla crisi del 2008 dovuta al crollo di Lehman Brothers. Un dramma ove gli interventi della Caritas si sono succeduti mediante valide iniziative che, in tanti precedenti articoli, abbiamo raccontato. Opere radicate nella Carità Cristiana e nella Solidarietà, rese possibili anche grazie al contributo di oltre 60 mila volontari i quali, nel novero di questo dramma, hanno messo a disposizione se stessi, con tutte le loro potenzialità materiali e spirituali, andando a rinfoltire le tante Caritas Diocesane presenti sul territorio. Quest’ultimo aspetto evidenzia ancor di più l’importanza della promozione relativa alla cultura del volontariato.

Sin dalle prime fasi dell’insorgenza pandemica, la Caritas Nazionale con l’imprescindibile ausilio delle sue “declinazioni” diocesane, è stata, ed è tutt’oggi, accanto alle persone più colpite.

A dimostrazione che la Chiesa coadiuva le istituzioni mondane anche sul piano della rilevazione statistica, una più recente indagine dell’INPS conferma, in linea di massima, quanto posto in evidenza dalla Caritas Nazionale con il lavoro Gli anticorpi della Solidarietà. Un documento dal titolo evocativo, per certi versi, poiché anche l’insorgenza delle tante nuove povertà necessita di un vaccino, per così dire.

Anche secondo l’INPS, quindi, l’emergenza Covid-19 ha un peso devastante sul lavoro. A novembre 2020, il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro è negativo per 664 mila unità. Questi dati emergono, appunto, da una rilevazione dell’INPS nell’Osservatorio sul precariato.

Nei primi 11 mesi del nefasto 2020, le assunzioni sono state 4 milioni 755 mila, ossia il 30% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Crescono di quasi 244 mila unità i contratti a tempo indeterminato grazie soprattutto al blocco dei licenziamenti (che però non sappiamo se sarà prorogato nei prossimi mesi) tuttavia, crollano i contratti precari: in questo annus horribilis, si è perso qualcosa come 543.002 posti di lavoro tra contratti a termine, stagionali, di somministrazione e intermittenti.

In questo drammatico scenario, oltre al “freddo” ma comunque imprescindibile resoconto numerico, il messaggio pedagogico che ci preme rivolgere a tutte quelle persone di buona volontà, è sempre quello di essere solidali nei confronti di coloro che soffrono, soprattutto in questi momenti difficili, e di tendere una mano nel limite, ovviamente, delle proprie possibilità.

ANTONIO PICOZZI (EQUIPE CARITAS DIOCESI TEANO-CALVI)