“Sant’Antonio carissimo, in questi tre mesi visita tutte le case di Roccamonfina, e non ritornare al Santuario se hai lasciato anche solo una casa senza averla visitata”. Questo è saluto che i frati minori, dalla voce di p. Adriano Pannozzo O.F.M. Guardiano del Santuario, custode del Tempio mariano dei Lattani, volgono al Santo di Padova nel giorno della cosiddetta “Calata di Sant’Antonio”, che avviene da secoli l’ultimo martedì del mese di maggio, per poi ritornare presso il Santuario nella mattina dell’ultima domenica di agosto.
Si è svolta, dopo due anni di “fermo” a seguito della pandemia, la tanto attesa festa patronale in onore di Sant’Antonio di Padova con la “calata” in processione dal Santuario dei Lattani al centro del Comune di Roccamonfina presso la Chiesa Santa Maria Maggiore, con la Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Ferdinando Russo O.F.M., ex Guardiano del Santuario (presente anche un altro ex Guardiano del Santuario, p. Antonio Siciliano O.F.M.) e presenziata da don Paolo Martuccelli, parroco della Chiesa San Michele Arcangelo della frazione Gallo e da don Raffaele Scalo, parroco della Chiesa San Pietro Martire della frazione Fontanafredda e vice parroco della Chiesa Santa Maria Maggiore di Roccamonfina. Oltre al Gonfalone del Comune di Roccamonfina e la presenza del Sindaco, affiancato da altri amministratori, sono stati esposti anche i gonfaloni della Confraternita del Corpo di Cristo della frazione Garofali, l’Apostolato della Preghiera della Collegiata di Roccamonfina e l’Ordine Francescano Secolare di Roccamonfina.
La Celebrazione Eucaristica si è tenuta all’esterno della Basilica, nell’accogliente piazzale, con la partecipazione di una moltitudine di fedeli provenienti anche da altri comuni limitrofi. Al termine della Santa Messa, il popolo dei fedeli si è portato in processione, mentre i frati, come da tradizione, hanno accompagnato la statua del santo fino all’esterno del Convento, per poi lasciarla in custodia al parroco di Roccamonfina don Angelo Testa. Come da indicazione dei vescovi campani, non si è tenuta la cosiddetta “ammessa del santo”, una sorta di riffa, ma si è semplicemente letto un comunicato informando l’offerta provenuta da un gruppo di fedeli che servirà per i festeggiamenti religiosi e civili che si terranno nel mese di agosto.